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Волшебные итальянские сказки / Fiabe italiane magiche

© Каминская А. И., адаптация текста, комментарии, упражнения, словарь

© ООО «Издательство АСТ», 2018

La principessa che si tagliò la treccia

Un mercante aveva tre figlie, e la prima e la seconda erano invidiose dell’ultima sorella[1]. Il padre andava in giro per le fiere[2] e al ritorno[3] portava, ogni volta, un regalo a ciascuna delle figlie, ma all’ultima doveva darlo di nascosto[4] per non ingelosire le altre. Dunque, il padre una volta disse: “Ora sono cresciute e voglio trovare loro un marito”. E alla prima: “Chi vuoi?” “Voglio un falegname”. “E tu chi vuoi?” – chiese alla seconda. “Voglio un muratore”. E all’ultima: “E tu?” “Voglio per marito il figlio del Re di Spagna”. E le due sorelle: “Ma vedi un pò[5]! Noi vogliamo un muratore e un falegname, e lei vuole il figlio del Re di Spagna! Ma che specie di birbante![6]

Avvenne, però, che il re seppe, per magia, del desiderio della ragazza, mandò a chiedere la mano dell’ultima, si combinò il matrimonio, mentre le due sorelle crepavano dall’invidia. Il figlio del re la sposò e la portò nel suo palazzo. In capo ad un mese[7] dalle nozze, la ragazza ebbe la notizia della morte del padre. Nel suo paese, quando qualcuno moriva, le donne della casa del morto erano tenute[8] a tagliarsi una treccia. Nel momento in cui partì, il figlio del re disse: “Sta attenta, perché se ti fai tagliare la treccia[9], è meglio che non torni qui, io non ti accoglierò più”. E la moglie: “Non temere marito mio. Non me la faccio tagliare[10]”. “Ti dò tre giorni di tempo, non devi assentarti per più di tre giorni[11]” – disse il figlio del Re. La ragazza si mise in cammino[12] per visitare il padre morto, ma tanto pianse per il dolore che le tagliarono una treccia. Passarono i primi tre giorni e se ne tornò[13] al palazzo del principe, che restò molto male. Il principe non disse manco una parola. La sera mangiarono insieme e non parlarono; andarono a letto zitti e muti. A mezzanotte il marito chiamò la moglie e disse: “Alzati, affacciati alla finestra e vedi che tempo fa[14]”. La donna si affacciò e disse: “Piove a catinelle[15], tuoni, vento e tempesta”. E il marito: “Esci dalla mia casa, perché non ti voglio più con me!” E la moglie: “Ma, marito mio, che cosa ti ho fatto?” “Che ti avevo detto? Che non dovevi farti tagliare la treccia. E non voglio più vederti”. La fece vestire da maschio[16], le diede un pò di soldi e la congedò.

Dunque, la donna si mise in viaggio[17] e arrivò in una città grande come Venezia, e si mise a passeggiare sotto la casa del re di quella città, su e giù[18], su e giù. Si affacciò la figlia del re e disse al padre: “Papà, che bel giovane che passeggia sotto al palazzo! Vogliamo prenderlo per servo?” E il re: “Fallo venire[19], se vuole”. Allora la principessa lo chiamò: “Bel giovane, che cerca qui?” “Signorina, vado in cerca[20] di un padrone”. E la principessa: “Che cosa sai fare?” “Signora principessa, so fare i servizi di casa”. Lo fece allora salire nel palazzo e gli affidò i servizi di casa. Ora la principessa si era tanto invaghita di questo giovane, che cominciò a fargli delle proposte, e quegli le rispondeva: “Signorina mia, io devo stare al mio posto, perché, altrimenti, il re mi caccia via[21]”. E il nostro giovane la vinse, e allora la principessa, che non era riuscita nei suoi intenti, per dispetto riferì al padre insinuazioni e menzogne, e il re lo fece prendere[22] e lo mandò in prigione. Si fece il processo e lo condannarono a morte, ma il giovane non rivelava mai di essere in effetti[23] una donna. Stava per essere portato sul patibolo, quando il figlio del re di Spagna, lontano, interrogò la treccia che gli era restata. “Treccia, che cosa fa mia moglie?” E la treccia: “Sta per morire impiccata”. Subito il figlio del re si mise in cammino e arrivò, proprio perché era fatato, in un attimo[24]. Le persone, che lo videro giungere e fare segni con la mano, gridarono: “Fermate la giustizia!” Il principe si fece avanti e chiese: “Chi ha fatto quello, chi sta per essere impiccato?” Il presidente della città gli rispose: “Ha fatto la festa alla figlia del re”. E il figlio del re di Spagna, volgendosi[25] al presidente: “Bene, voglio dirvi due parole. Se costui è un uomo deve morire impiccato, ma se è una donna, che farete a quella che lo ha consegnato alla giustizia?” E il presidente: “Dovrà morire come sta per morire questi”. Allora il presidente e i giudici andarono ad accertare e constatarono che si trattava di una donna. Immediatamente fu presa la figlia del re e fu impiccata. Il figlio del re di Spagna si riprese la moglie e la riportò a casa.

Упражнения

1. Выберите правильный вариант:

1. L’ultima sorella era invidiosa della prima.

2. la seconda sorella era invidiosa dell’ultima.

3. La prima sorella era invidiosa della seconda.

4. La prima e la seconda erano invidiose dell’ultima sorella.

2. Che cos’è una treccia?

1. un attrezzo

2. una pettinatura

3. un carro

4. una bevanda

3. Вставьте пропущенные слова:

1. Un mercante aveva tre _________.

2. Ti dò tre giorni di _______, non devi ________ per più di tre giorni.

3. Vogliamo prenderlo per ______?

4. Ora la principessa si era tanto _______ di questo giovane.

4. Выберите нужный глагол:

La ragazza ______ in cammino per visitare il padre morto.

1. si mise

2. corse

3. prese

4. rivolse

5. Выберите нужный предлог:

per – in – del – a

1. Il padre andava ___ giro per le fiere.

2. Non devi assentarti ___ più di tre giorni.

3. Il figlio ___ re la sposò e la portò nel suo palazzo.

4. Che cominciò ___ fargli delle proposte.

6. Поставьте глаголы в нужную форму:

1. (Stare) per essere portato sul patibolo, quando il figlio del re di Spagna, lontano, (interrogare) la treccia che gli (essere) restata.

2. (Avvenire), però, che il re (sapere), per magia, del desiderio della ragazza.

3. Un mercante (avere) tre figlie, e la prima e la seconda (essere) invidiose dell’ultima sorella.

4. Il principe non (dire) manco una parola.

7. Ответьте на вопросы:

1. Perché il principe mise alla porta la sua moglie?

2. Perché la principessa riferì al padre insinuazioni e menzogne?

3. Perché le sorelle erano invidiose dell’ultima sorella?

4. Raccontare il testo.

Ответы:

1. La prima e la seconda erano invidiose dell’ultima sorella.

2. una pettinatura.

3.

1. Un mercante aveva tre figlie.

2. Ti dò tre giorni di tempo, non devi assentarti per più di tre giorni.

3. Vogliamo prenderlo per servo?

4. Ora la principessa si era tanto invaghita di questo giovane.

4. si mise.

5.

1. Il padre andava in giro per le fiere.

2. Non devi assentarti per più di tre giorni.

3. Il figlio del re la sposò e la portò nel suo palazzo.

4. Che cominciò a fargli delle proposte.

Amore di sale

C’era una volta[26] un grande re. Questo re aveva tre figlie e quando rimase vedovo riversò tutto il suo amore su di loro. Passò del tempo e le tre ragazze, vedendo con quanto affetto e premura il padre le cresceva, le istruiva e le proteggeva dai dispiaceri e dalle cattiverie del mondo, fecero del loro meglio[27] per fargli dimenticare il dolore che ancora provava per la scomparsa della moglie. Ma un giorno[28], inaspettatamente, il re chiamò la figlia maggiore e le domandò: “Come mi ami, tu, figlia mia?” “Padre mio, ti amo come il miele”, – rispose lei. “Lunga vita a te, figlia mia; e che il Signore mi aiuti a godermi la tua presenza il più a lungo possibile”. E poi chiese alla figlia secondogenita: “E tu come mi ami, figlia mia?” “Come lo zucchero, padre mio”. “Ti auguro tutto il bene di questo mondo, figlia mia; e che il Signore mi conceda a lungo la gioia della tua compagnia”.

Il re fu contento di sentirsi tanto amato dalle due figliole più grandi. Alla fine[29] guardò anche verso la figlia più piccola, che stava timidamente un po’ in disparte[30], e chiese anche a lei: “E tu, figlia mia, come mi ami?”; “Come il sale nelle pietanze, padre mio!” – rispose lei, serenamente, sorridendogli con amore filiale e abbassando la testa e lo sguardo, imbarazzata di dover parlare. Quando le sorelle più grandi sentirono la sua risposta scoppiarono a ridere[31] e voltarono lo sguardo altrove. E il padre, molto arrabbiato, la ammonì: “Vieni un po’ qua, sconsiderata, così ci capiremo meglio! Non hai forse sentito con quale amore filiale mi amano le tue sorelle? Come mai[32] non hai pensato anche tu come loro di dirmi quale dolce amore provi per tuo padre? E’ per questo forse che mi sforzo di allevarvi e di istruirvi in modo che[33] nessun altro al mondo possa eguagliarvi[34]? Vattene[35] da questa casa: tu e il tuo sale!” Quando la povera piccola figlia del re sentì quanto fosse arrabbiato con lei il padre, avrebbe voluto sprofondare nella viscere della terra[36] per aver dato tristezza al genitore, e prendendo il coraggio a due mani[37], rispose: “Perdonami, padre, io non ho voluto darti dispiacere. Ma ho pensato, con la mia mente, che anche se[38] il mio amore non era pari di quello delle mie sorelle, non era comunque al di sotto[39] dello zucchero e del miele”. “Ma guarda, guarda…” – la interruppe il padre, “e osi anche paragonarti alle tue sorelle più grandi? Vai via, figlia impertinente, non voglio neanche più sentirti nominare!” Con queste parole, le chiuse la bocca e la lasciò annegare nelle lacrime. Le sorelle vollero consolarla con parole dolci, ma le fecero più male che bene. La figlia piccola, quando vide che neanche le sorelle avevano pietà di lei, confidò nell’aiuto del Signore e decise di andare là dove lui l’avrebbe guidata. Prese quindi dalla casa paterna solo alcuni vestiti vecchi e trasandati e girovagò da un paese all’altro, finché arrivò alla corte di un altro re.

Arrivata lì, si sedette davanti alla porta del castello. La moglie del cantiniere la vide, andò da lei e le chiese cosa volesse: lei rispose che era solo una povera ragazza orfana di tutti e due i genitori[40] e che voleva andare sotto padrone, se solo avesse trovato un posto. Proprio in quei giorni era andata via la ragazza che aiutava la moglie del cantiniere, e lei cercava un’altra. La guardò quindi molto attentamente e la ritenne adatta a quel lavoro, e le chiese quanti soldi volesse; lei rispose che chiedeva solo vitto e alloggio, e così si accordarono facilmente. Fu presa quindi subito come aiuto. Le disse quel che doveva fare, e le diede un mazzo di chiavi scelte tra le tante che aveva. E siccome aveva mani d’oro[41] per fare la pastella, le conserve, la confettura e le altre cose buone, le affidarono la cura delle provviste e dei pranzi di corte. Non si fermava mai in chiacchiere vane con nessuno, ed era diligente e veloce. Fu così che tutti a palazzo cominciarono a rispettarla e a trattarla con gentilezza, e nessuno trovò mai motivo per rimproverarla.

Le voci sulla diligenza e sulla modestia della ragazza che aiutava la moglie del cantiniere arrivarono anche all’orecchio della regina. E questa desiderò vederla e conoscerla. E quando si preparò per presentarsi davanti a lei, la ragazza seppe bene come vestirsi e rivolgersi a lei: a cuore aperto, senza inganni, ma senza osare troppo. Fu così che la regina cominciò a volerle bene[42], e sospettò che la ragazza non potesse essere di modeste origini. E così, dove andava la regina, andava anche la ragazza; quando la regina si metteva a ricamare anche lei si metteva a lavorare l’ago. La ragazza divenne[43] l’ombra della sovrana, e che questa l’amava come se fosse sua figlia. Anche il re si meravigliava del grande affetto che la moglie portava a questa ragazza. Questo re aveva solo un figlio maschio. Lui e la regina lo guardavano come un sole e gli volevano bene oltre misura[44]. Un giorno il re dovette partire in guerra, e prese con sé[45] il figlio per abituarlo anche alla lotta, ma lo riportarono a casa ferito. La madre piangeva lacrime amare e si lamentava per il grande dolore. Passava le sue notti vegliandolo, e si affaticò tanto da non potere stare neanche più in piedi. Allora chiamò la ragazza, come persona di fiducia, perché si prendesse cura di lui. Le parole della ragazza, le sue carezze, la sua modestia e saggezza risvegliarono nel cuore del malato un sentimento che mai prima di allora aveva provato. Il figlio del re cominciò ad amarla perché gli sembrava, quando le sue mani gli toccavano le ferite, che il dolore si attenuasse.

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