Blake Pierce è l’autore della serie di successo dei misteri di RILEY PAIGE, che comprende diciassette libri. Blake Pierce è anche l’autore della serie dei misteri di MACKENZIE WHITE, che comprende quattordici libri; della serie dei misteri di AVERY BLACK, che comprende sei libri; della serie dei misteri di KERI LOCKE, che comprende cinque libri; degli INIZI DI RILEY PAIGE, che comprende sei libri; della serie dei misteri di KATE WISE, che comprende sette libri; della serie dei thriller psicologici di CHLOE FINE, che comprende sei libri; della serie di emozionanti thriller psicologici di JESSIE HUNT, che comprende finora quattordici libri; della serie di thriller psicologici de LA RAGAZZA ALLA PARI, che comprende tre libri; della serie dei misteri di ZOE PRIME, che comprende sei libri; della nuova serie dei misteri di ADELE SHARP; e della nuova serie di gialli intimi e leggeri dei VIAGGI IN EUROPA.
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DELITTO (E BAKLAVA) (Libro #1)
NON RESTA CHE MORIRE (Libro #1)
NON RESTA CHE SCAPPARE (Libro #2)
NON RESTA CHE NASCONDERSI (Libro #3)
NON RESTA CHE UCCIDERE (Libro #4)
IL VOLTO DELLA MORTE (Libro #1)
IL VOLTO DELL’OMICIDIO (Libro #2)
IL VOLTO DELLA PAURA (Libro #3)
IL VOLTO DELLA FOLLIA (Libro #4)
QUASI SCOMPARSA (Libro #1)
QUASI PERDUTA (Libro #2)
QUASI MORTA (Libro #3)
LA MOGLIE PERFETTA (Libro #1)
IL QUARTIERE PERFETTO (Libro #2)
LA CASA PERFETTA (Libro #3)
IL SORRISO PERFETTO (Libro #4)
LA BUGIA PERFETTA (Libro #5)
IL LOOK PERFETTO (Libro #6)
LA TRESCA PERFETTA (Libro #7)
L’ALIBI PERFETTO (Libro #8)
LA VICINA PERFETTA (Libro #9)
LA PORTA ACCANTO (Libro #1)
LA BUGIA DI UN VICINO (Libro #2)
VICOLO CIECO (Libro #3)
UN VICINO SILENZIOSO (Libro #4)
RITORNA A CASA (Libro #5)
FINESTRE OSCURATE (Libro #6)
SE LEI SAPESSE (Libro #1)
SE LEI VEDESSE (Libro #2)
SE LEI SCAPPASSE (Libro #3)
SE LEI SI NASCONDESSE (Libro #4)
SE FOSSE FUGGITA (Libro #5)
SE LEI TEMESSE (Libro #6)
SE LEI UDISSE (Libro #7)
LA PRIMA CACCIA (Libro #1)
IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2)
ADESCAMENTO (Libro #3)
CATTURA (Libro #4)
PERSECUZIONE (Libro #5)
FOLGORAZIONE (Libro #6)
IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)
IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)
OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3)
IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)
KILLER PER CASO (Libro #5)
CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)
MORTE AL COLLEGE (Libro #7)
UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)
UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)
IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10)
LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11)
MORTE SUI BINARI (Libro #12)
MARITI NEL MIRINO (Libro #13)
IL RISVEGLIO DEL KILLER (Libro #14)
IL TESTIMONE SILENZIOSO (Libro #15)
OMICIDI CASUALI (Libro #16)
IL KILLER DI HALLOWEEN (Libro #17)
PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)
UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)
PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)
PRIMA CHE PRENDA (Libro #4)
PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5)
PRIMA CHE SENTA (Libro #6)
PRIMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7)
PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Libro #8)
PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA (Libro #9)
PRIMA CHE ANELI (Libro #10)
PRIMA CHE FUGGA (Libro #11)
PRIMA CHE INVIDI (Libro #12)
PRIMA CHE INSEGUA (Libro #13)
PRIMA CHE FACCIA DEL MALE (Libro #14)
UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1)
UNA RAGIONE PER SCAPPARE (Libro #2)
UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3)
UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4)
UNA RAGIONE PER SALVARSI (Libro #5)
UNA RAGIONE PER MORIRE (Libro #6)
TRACCE DI MORTE (Libro #1)
TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2)
TRACCE DI PECCATO (Libro #3)
TRACCE DI CRIMINE (Libro #4)
TRACCE DI SPERANZA (Libro #5)
London Rose sentì l’aria premere per uscire dai polmoni.
Non sbadigliare, si disse severamente.
Non sbadigliare, a qualunque costo.
Non voleva sembrare annoiata più di quanto – riteneva – già si potesse intuire. Ma il suo ragazzo, Ian Mitchell, non sembrava essersi accorto di nulla e continuava semplicemente a parlare, senza sosta, e nervosamente, della propria attività di contabile.
“Sto parlando del futuro, London” Ian disse. “E penso che il futuro si prospetti molto buono.”
A quel punto l’impulso di sbadigliare aveva iniziato a scomparire, come se il flusso d’aria nei polmoni fosse collassato per effetto del proprio peso.
Il futuro, London pensò.
Avrebbe tanto voluto avere la stessa fiducia nel futuro di Ian. Non gli aveva ancora confessato che, con ogni probabilità, stava per diventare disoccupata. Desiderava non doverglielo dire.
Questo potrebbe andare a fagiolo con i suoi piani, pensò, mentre il ragazzo continuava a parlare.
“Sai, mi hanno chiesto di preparare tutti i libri contabili per l’acquisizione e fusione della mia società per azioni …”
Frequentava Ian ormai da un anno, stando con lui ogni volta che era a New Haven, e il ragazzo non era solito parlare tanto. Aveva lo sgradevole sospetto del motivo per cui quella sera si stesse comportando in quel modo.
“Detto questo” Ian proseguì, “il nostro business sembra essere sicuro e promettente nel prossimo futuro …”
London era certa che quella pantomima fosse il goffo tentativo del povero Ian di giungere ad una determinata conclusione. Aveva immaginato le sue intenzioni, quando il ragazzo le aveva detto di aver effettuato una prenotazione al Les Chambres, uno dei migliori e più cari ristoranti di New Haven.
Ci era stata un paio di anni prima ma non era mai stata accompagnata, attraverso un labirinto di stanze, per giungere ad un tavolo privato come quello cui sedevano. Lei e Ian avevano persino il loro caminetto. A maggio, le serate in Connecticut potevano essere fredde tanto da far apprezzare il fuoco di un camino, se si desiderava un po’ d’atmosfera.
L’ambiente era perfetto, illuminato dal fuoco del camino e delle candele, un tenue bagliore proveniente dai candelieri da muro; le pareti erano dipinte di un caldo color marrone e crema; comode sedie imbottite erano disposte intorno ad un tavolo elegantemente apparecchiato.
La cena era stata spettacolare, un classico piatto inglese come la zuppa fredda di piselli, con formaggio di capra marinato alla menta, seguito da meravigliosi tortellini con aragosta.
Al contrario, la conversazione lasciava qualcosa a desiderare.
Ian era ancora intento a parlare del suo lavoro.
“… vedi, sto facendo delle proiezioni annuali per la società …”
Sforzandosi di ascoltare, London infilzò la sua porzione di choux profiterole con la forchetta. L’impasto del dessert si sbriciolò golosamente, rivelando una morbida crema all’interno. La donna ne prese un piccolo boccone, che le si sciolse dolcemente in bocca.
È perfetto, pensò.
Aveva viaggiato per il mondo e provato i cibi migliori in molti posti; sapeva di essere un’ottima giudice della buona cucina.
Infatti, i choux profiterole erano così leggeri e delicati, che sembrava quasi incredibile che non fluttuassero nell’aria. Sicuramente, poteva goderne nonostante le strane circostanze, proprio come aveva fatto per il resto della cena.
Avrebbe soltanto voluto che quella serata non fosse destinata a finire nel modo in cui si aspettava.
“… e stiamo stilando un piano decennale ed uno ventennale” Ian proseguì.
Improvvisamente, restò in silenzio.
Sta proprio per chiedermelo?
Sarebbe senz’altro sembrata una conclusione illogica, dopo quello che aveva detto fino ad allora.
Lui la guardò intensamente, sfoggiando il più caloroso dei suoi sorrisi.
“Vedi, il nostro business si basa completamente sulla stabilità. Prevedibilità.”
Si protese verso di lei, e mormorò: “E penso che stabilità e prevedibilità siano importanti, non solo negli affari, ma anche nella vita.”
Fece un’altra pausa, poi aggiunse con tono significativo: “Tu, no?”
London deglutì, forte e dolorosamente.
Che cosa dovrei dire?
Per fortuna, prima che potesse pronunciare anche solo una parola, il loro altezzoso cameriere francese si avvicinò al tavolo.
“Gradite ancora qualcosa, monsieur, madame?” chiese con un forte accento.
Prima che London potesse aprire la bocca per dire che tutto era stato perfetto, Ian parlò.
“Io e madame vorremmo un bicchiere del vostro miglior cognac.”
“Molto bene, monsieur.”
Quando il cameriere si allontanò, Ian rise nervosamente.
“Il cameriere ti ha chiamata madame” disse.
Anche tu l’hai fatto, London fu sul punto di replicare.
“Sì, beh, non ringiovanirò mica” rispose. “Immagino che i giorni in cui gli uomini francesi mi chiamavano mademoiselle siano finiti.”
Anche se avere trentaquattro anni non vuol dire essere una donna anziana, fu sul punto di aggiungere.
“Oh, non penso che sia questione di età” Ian la prevenne. “Sei ancora giovane e bella. Sono sicuro che anche il cameriere lo pensi.”
Il complimento non migliorò affatto l’umore della donna. Sfortunatamente, sapeva che il cameriere aveva fornito a Ian un’opportunità quasi perfetta per continuare. Se fosse stato per lui, gli uomini francesi avrebbero potuto chiamarla madame per il resto della sua vita. E molte altre persone avrebbero potuto riferirsi a lei con l’appellativo di signora, a prescindere da quanto fosse ormai fuori moda.
Ian le rivolse un sorriso consapevole, e disse: “Se me lo chiedessi, ti direi che Marcel ti ha chiamata madame, perché sembriamo molto una coppia.”
“Lo pensi?” London chiese.
“Oh, lo so.”
Probabilmente, era vero, London dovette ammettere.
Ed era davvero una brutta cosa?
Perché non poteva semplicemente accettare una buona cosa quando la trovava? Che cosa avrebbe potuto andare male, se avesse sposato un uomo solido come Ian Mitchell? Sapeva di dover apprezzare il fatto che lui stesse facendo del suo meglio, per quanto potesse essere sgraziato, per rendere quella serata davvero speciale. E il cibo si era davvero rivelato grandioso.
Ma tutto questo parlare di prevedibilità le stava dando alla testa. La prevedibilità non era mai stato un argomento a cui aspirava nella vita. Era sempre stata più incline alla spontaneità e all’avventura. Ma, quella sera, London si ritrovò a chiedersi se forse sua sorella avesse ragione. Forse stava raggiungendo un’età in cui avrebbe dovuto calmare il suo spirito avventuroso.
Sarebbe così brutto?
Avrò sempre ricordi … e storie.
Lei ed Ian restarono in silenzio per un istante. London stava iniziando ad augurarsi che le facesse la domanda, facendola così finita una volta per tutte. Immaginava che avrebbe dovuto in qualche modo fare un grido appropriatamente estatico, se non sinceramente sorpreso, per poi dire, senza fiato, sì, due o tre, o persino quattro volte.
Sembrava un peccato che non ci fossero altri clienti intorno, pronti ad applaudire. Sarebbe stato il perfetto completamento della scena.
Perché non dovrei dire sì?
Un anno prima, non aveva trovato Ian noioso, quando sua sorella Tia le aveva organizzato un incontro con lui. Era stato subito dopo la fine della relazione, durata un lungo e terribile anno, con Albert, un affascinante, sofisticato, buono a nulla e un narcisista davvero egoista. Dopo quella terribile rottura, lei si era sentita più che pronta a frequentare un uomo onesto e stabile.
E, forse, questo non era un momento inopportuno per sposarsi. Era da poco tornata dal suo recentissimo lavoro da hostess per una crociera ai Caraibi. Era piuttosto sicura che il viaggio nello Yucatán, della durata di undici giorni, sarebbe stato l’ultimo con la Epoch World Cruise Lines. Stando alle voci, la società, una volta fiorente, stava per colare a picco, soccombendo infine alla crescente competizione nell’industria delle crociere.
Infatti, aveva ricevuto un sms solo un paio di ore prima da Jeremy Lapham, il CEO della società, che le chiedeva di partecipare ad una videoconferenza con lui l’indomani mattina.
Probabilmente per licenziarmi, pensò.
Sarebbe stato un triste passo in quella che fino ad allora era stata una vita piuttosto movimentata, la fine di un’ “epoca”, per così dire. E, a quel punto, London non era affatto sicura del futuro che l’attendeva.
Improvvisamente, gli choux profiterole le sembrarono meno dolci.
Ma, forse, era giunto il momento di far entrare un po’ di tranquillità nella sua vita. Sicuramente, ci doveva essere spazio per l’onestà e la stabilità. Inoltre, era ancora colpita dal bell’aspetto di Ian. Con il suo affascinante viso rasato, rappresentava una qualità concreta, essenziale, non come Albert, che aveva inizialmente attratto London tramite la sua profonda morbidezza. E Ian era davvero bello quella sera; sfoggiava il suo miglior completo a tre pezzi.
E, al momento, immaginava che stessero davvero bene insieme. Lei aveva indossato uno dei suoi più graziosi outfit, un maxi dress in chiffon, con un modesto top nero che sprizzava in un colorato tumulto di fiori stampati vicino all’orlo della gonna. Aveva persino acconciato i suoi corti capelli castani ramati in uno stile, che tendeva intenzionalmente a delle onde scompigliate, piuttosto che farli semplicemente apparire arruffati.
Nel frattempo, London percepì un cambiamento nell’atteggiamento di Ian. Il pover’uomo ora stava sudando; infilò un dito sotto il colletto, come se improvvisamente sentisse il vestito troppo stretto e stesse perdendo concentrazione.
Ti prego, facciamola finita, pensò.
“London, quello che sto cercando di dire è …”
Poi, s’interruppe.
“Penso di capire” London disse, con quanta più gentilezza possibile. “Vita e affari sono davvero simili, non è così?”
Gli sfuggì una risatina auto-ironica.
“Se solo potessi metterla in modo conciso” lui disse.
Conciso andrebbe bene, London pensò.
Ma divenne rapidamente palese che questo non sarebbe successo.
“London, quando i miei genitori avevano circa la nostra età, hanno fatto una … fusione, non quello che sto negoziando al momento nel mio lavoro.”
Una fusione? London pensò, sforzandosi di non mostrarsi sconvolta da quelle parole.
“E sai qual è sempre stato il loro segreto?” Ian continuò. “Pianificare. Dal principio, hanno pianificato tutto quello che ne avrebbero fatto della loro vita fino all’ultimo dettaglio. Ed è esattamente quello che vorrei anche per noi, iniziando stasera a … pianificare.”
London divenne sempre più pallida.
Pianificare?
Stava andando peggio di quanto si sarebbe aspettata.
Di rado aveva pianificato qualcosa d’importante, nel corso della sua intera vita.
Ian aggiunse: “E sai quanto il matrimonio dei miei genitori sia stato una fusione produttiva, riuscita e felice.”
London non sapeva nulla del genere. Nelle poche occasioni in cui aveva incontrato i genitori di Ian, li aveva trovati freddi quasi come robot, non solo con lei, ma con tutti, e persino tra loro due. A London la casa di famiglia di Ian era sembrata una scena della versione originale de L’Invasione degli Ultracorpi, in cui tutti venivano trasformati in baccelli umani.
Ian sollevò lo sguardo pensierosamente.
“Penso che adesso che il secondo trimestre è terminato, e i tassi dei mutui sono ai minimi storici, è un buon momento per pensare di comprare una casa …”
London tremò profondamente.
“Saremo parsimoniosi, specialmente all’inizio” disse. “Vivremo al di sotto delle nostre possibilità, nello stesso quartiere con Tia e Bernard. È vicino ad una buona scuola. Compreremo una casa stile ranch. Niente scale, così non dovremo traslocare per almeno cinquant’anni. Avremo un bambino tra due anni, poi un altro ancora dopo altri due anni, e un altro due anni dopo …”
Tre figli? London pensò.
Aveva raramente pensato ad avere figli. Erano sempre stati una possibilità distante, mai una priorità programmata.
“Dovremmo cogliere il momento” continuò. “Questo è un periodo perfetto per aprire dei conti al college e impostare dei pagamenti rateali. Possiamo anche decidere quali scuole dovranno frequentare i nostri figli, a iniziare dall’asilo fino al college.”
Si grattò pensierosamente il mento.
“Godiamo entrambi di una salute eccellente, sono sicuro che potremo goderci una bella vita quando avremo novant’anni.”
London rabbrividì, provando ad immaginare tutti quei decenni di felicità meticolosamente soppesata e misurata. Sperava che lui non avesse già preso un lotto al cimitero e una tomba. Per fortuna, il suo monologo scemò, prima che iniziasse a parlare di ciò che avrebbero potuto dire sui loro letti di morte. L’uomo stava sudando più di prima, e sembrava che avesse appena corso per circa due chilometri.
Si espresse ora con voce roca.
“London … quello che sto cercando di dire è … sarei profondamente onorato se tu accettassi questa …”
“Fusione?” London chiese.
Lui sorrise, fece spallucce e annuì, apparentemente ammutolito.
“Um, Ian … che cos’è appena successo? Hai appena …. sputato fuori la proposta?”
Ian strizzò gli occhi pensierosamente.
“Beh, sì. ‘Sputato fuori la proposta’ potrebbe essere il modo esatto di metterla.”
Si infilò la mano in tasca, ne estrasse una scatolina nera e la aprì.
Naturalmente, conteneva un anello con diamante.
“London Rose, vorresti … fondere la tua vita con la mia?”
Mentre London sentiva il mondo scivolarle intorno, il cameriere tornò al loro tavolo con due bicchierini di cristallo di cognac. Ian iniziò a sollevare il suo per brindare. Ma. incapace di impedirselo, London bevve sgraziatamente un grosso sorso. Immaginava che avrebbe avuto bisogno di berne un altro bicchiere, prima della fine della serata.
Intanto …
Che cosa devo dire?
На этой странице вы можете прочитать онлайн книгу «Delitto (e baklava)», автора Блейка Пирс. Данная книга имеет возрастное ограничение 18+, относится к жанрам: «Триллеры», «Современные детективы». Произведение затрагивает такие темы, как «расследование убийств», «психологические триллеры». Книга «Delitto (e baklava)» была издана в 2021 году. Приятного чтения!
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